Triciclo multifunzionale, utilizzabile sia in modo attivo sia passivo dal bambino: spingendosi con i piedi, pedalando e come passeggino grazie alla possibilità del rimando del manubrio dietro al seggiolino.
Si voleva modificare un mezzo affinché il Simone, bambino affetto dalla sindrome INVDUP15, potesse imparare ad andare in bicicletta. Con la crescita Simone non è più trasportabile su un carrellino posteriore o su altri supporti porta-bimbi: il veicolo doveva stimolare Simone ad imparare a controllare il mezzo in maniera autonoma, eventualmente proseguendo con l'apprendimento della pedalata in autonomia.
Il Trike creato è stato ricavato dalla modifica di una bicicletta e permette a Simone di muoversi in totale sicurezza e autonomia. Si può controllare solo con la spinta delle gambe o anche pedalando; inoltre la bicicletta può diventare passeggino o si può attaccare alla bici del papà quando Simone si dovesse stancare.
Saldatura, taglio ferro
Il progetto dello sterzo si basa su modelli già utilizzati in ambito automobilistico e in particolare nei go kart. La forcella anteriore è stata saldata al telaio. Una traversa tubolare, solidale alla forcella, porta alle sue estremità i perni dello sterzo, collegati al mozzo ruote. Questo permette il movimento sterzante tramite braccetti metallici collegati alle ruote. Un componente fondamentale nel processo è il collegamento tra la struttura portante e lo sterzo, realizzato su misura per il mezzo. Il componente è costituito da una camicia cilindrica, in mozzo interno svincolato e due cuscinetti a sfera interni.
Su richiesta della famiglia è stata aggiunta la possibilità di poter togliere le ruote con facilità. Infatti, di fronte alla necessità di poter mettere il mezzo in un baule di automobile, è stato previsto un sistema con il quale le ruote vengono sfilate facilmente. Tutto il complesso della ruota può essere scollegato tramite un solo bullone che viene svitato e permette alla ruota di essere sfilata. Gli spunti per la realizzazione sono stati numerosi, spesso provenienti da modelli più grandi e complessi.
Il seggiolino ideato si basa sull’unione di due sistemi già esistenti. Una prima parte comprende un normale sellino da bici, che si attacca al telaio della bici tramite il tubo portante. La seconda parte prevede un supporto per la schiena preso da un seggiolino porta-bimbi per bici. Quest’ultimo è integrato con un supporto per la testa recuperato dalla seduta seggiolino originale porta-bimbi.
Tramite giunture metalliche sono stati collegati tra loro la parte per la seduta (il sellino) e quella per il supporto del corpo (lo schienale). Tutto il complesso è stato integrato con cinture prese dal seggiolino per bici in modo tale che Simone possa essere legato alla struttura e non cada. Vengono comunque lasciati due gradi di libertà per il movimento del seggiolino sia in altezza sia in reclinazione.
Il supporto per la testa è costituito da un telaio metallico che è coperto nella parte superiore dall’appoggio per la testa (recuperato dalla seduta del seggiolino per bambini). Il poggiatesta è collegato allo schienale tramite delle aste metalliche fissate al supporto per la schiena. Queste aste mantengono la possibilità di essere regolate in altezza a seconda delle preferenze del bambino per l’appoggio del capo.
Ci sono tre configurazioni previste dal sellino:
Il meccanismo dei pedali è stato recuperato da un altro modello di bici per bambino, che aveva già integrata la possibilità di sfilare i pedali. Il canotto (cilindro) è stato tagliato dall’altra bici e risaldato sul modello finale, in quanto non era possibile adattare i pedali al modello modificato per incompatibilità di dimensioni.
Per facilitare lo smontaggio del perno pedali, il sistema è costituito da un monoblocco con cuscinetti. La catena viene facilmente sfilata dalla ruota tramite una falsa maglia (non è necessaria una pinza per slacciarla). I pedali sono stati acquistati con un guscio integrato così da mantenere fermi i piedi di Simone durante l’apprendimento della pedalata. Questi sono dotati di cinghie regolabili per bloccare i piedi. Sotto il telaio portante vengono attaccate delle pedivelle reclinabili (prese sempre dal set del seggiolino porta-bimbi) qualora il bambino si voglia riposare. Queste sono attaccate alla struttura portante tramite l’aggiunta di un piccolo tubolare metallico. Grazie a questi supporti Simone, quando viene trainato o spinto, può accomodare i piedi affinché non intralcino.
Di fronte alla necessità dei genitori di poter gestire il mezzo quando Simone è stanco, il progetto include la possibilità di guidare il mezzo spingendolo dalla parte posteriore. A tal fine il manubrio viene spostato dalla parte anteriore a quella posteriore su una seconda forcella montata sulla ruota posteriore, subito dietro il seggiolino, e fissato tramite una vite regolabile con un pomello.
Il controllo dello sterzo avviene tramite cavi di rimando (quelli di uno scooter della Piaggio) che passano dentro il telaio per non intralciare il movimento del bambino. Davanti e dietro il tubo di sterzo è collegato a un sistema rotante per permettere la trasmissione del movimento dello sterzo.
Il supporto del manubrio nella parte posteriore (la seconda forcella) deriva dal telaio di un’altra bici opportunamente tagliato e risaldato sul modello definitivo. Lo spostamento del manubrio è un’operazione che richiede poco tempo in quanto basta sfilare il bullone e reinserirlo a spostamento avvenuto, ed è quindi facilmente realizzabile da parte dei genitori di Simone.
È stato acquistato un supporto tablet per la bici da attaccare ad un tubo collocato nella parte anteriore al posto del manubrio quando questo è spostato dietro il seggiolino nella configurazione a passeggino. Un tubolare analogo a quello per il supporto del manubrio viene inserito nella parte anteriore e fissato con una vite che lo rende regolabile in altezza.